L’igiene personale rappresenta un atto di cura che ciascun genitore dona con naturalezza e dedizione al proprio bambino. Dal cambio del pannolino al bagnetto, dal taglio delle unghie all’acconciatura dei capelli: come possono i genitori condurre i bambini verso l’autonomia e l’indipendenza nella cura personale?
Fase della dipendenza (0 - 6 mesi)
Alla nascita e durante i primi mesi di vita, la figura di riferimento svolge tutte le azioni di cura del corpo del bambino. Per compiere questi gesti con rispetto, però, dovrebbe essere posta la giusta attenzione su intimità, ordine e narrazione.
Intimità
Il corpo del bambino è di sua proprietà, sin dalla nascita. Il genitore dovrebbe sempre tenerlo a mente. Durante le pratiche di cura personale, infatti, capita di “invadere” la sfera intima del piccolo, ed è per questo motivo che dovrebbero essere eseguiti gesti rispettosi, lenti, delicati e rassicuranti, che in qualche modo chiedano “permesso” al bambino.
I tempi, invece, dovranno dilatarsi il più possibile affinché il piccolo abbia modo di adattarsi ai cambi di postura, all’ingresso in acqua durante il bagnetto, così come al cambio di temperatura durante la svestizione.
Ordine
Per aiutare il bambino a vivere serenamente i momenti di cura personale bisognerebbe mantenere un ordine e una ritualità stabile che lo orienti e rassicuri. Si possono allora riporre gli oggetti necessari alla cura sempre nello stesso posto, così come è possibile proporre una procedura costante, in modo da consentire al piccolo di prendere confidenza con queste pratiche quotidiane.
Narrazione
È possibile accompagnare la serie di azioni di cura personale del bambino con la narrazione di ciò che accade: «Ora facciamo il bagno. La senti l’acqua che ti bagna? Prendo la spugna e la passiamo sulle braccia e le gambe». Ciò consentirà al piccolo di lasciarsi confortare dalla voce calma del genitore e inizierà gradualmente ad associare certi termini a specifiche sensazioni ed eventi.
Fase dell’interesse (6 - 12 mesi)
Procedure quotidiane e familiari come lavare le mani e i denti, fare il bagno, o tagliare le unghie, se condotte lentamente, richiamano l’attenzione del bambino in maniera graduale. Il desiderio di autonomia, in qualunque forma e momento si presenti, non dovrebbe quindi preoccupare o spazientire il genitore, ma far sentire orgoglioso il bambino di voler essere sempre più protagonista della propria cura personale.
Così, un bimbo di 8 mesi che gattona per la casa, all’esortazione paterna: «Forza, andiamo a cambiare il pannolino», potrebbe recarsi autonomamente in bagno, gattonando sino a raggiungere la postazione adibita al cambio e recuperando il pannolino pulito (che dovrebbe essere visibile e accessibile).
Quali trasformazioni subisce il ruolo dell’adulto in questa fase? Il genitore, appena il bambino mostra interesse, dovrebbe offrire spazio per la partecipazione: piccoli gesti che l’adulto “cede” al piccolo in modo da consentirgli di far parte del processo.
È importante, inoltre, che il genitore ponga attenzione a mostrarsi mentre si prende cura del proprio corpo: lavarsi denti, mani, faccia e piedi di fronte al bambino, in modo da insegnargli, indirettamente e tramite l’esempio, le procedure corrette. I gesti dell’adulto dovranno quindi farsi dimostrativi, lenti, dilatati, precisi, cercando di non saturare l’azione con parole che potrebbero distrarre lo sguardo del bambino dalle mani del genitore.
Appena il bambino conquista la posizione seduta in totale autonomia (solitamente intorno a 9 mesi) potrebbe iniziare a familiarizzare con il vasino che si trova all’interno del bagno. Come? Recandosi a fare la pipì ogni volta che lo desidera e invitandolo a provare al risveglio, prima dell’addormentamento e prima di uscire, in modo da far diventare queste “prove” parte della routine di cura personale.
Fase dell’autonomia parziale (1 - 3 anni)
Intorno all’anno di età il bambino diventa competente nella deambulazione, una conquista che gli consente di allargare di molto lo spazio di attività autonoma, inclusa la cura personale. Raggiunta la posizione eretta e la deambulazione, infatti, il bambino può recarsi al bagno da solo, posizionarsi di fronte al lavandino, e utilizzare tutti gli oggetti necessari per lavarsi: spazzolino, saponetta, asciugamano, vasino, spazzola, spugna.
Per favorire l’autonomia nell’igiene personale del bambino le azioni da compiere sono: allestire l’ambiente affinché diventi totalmente accessibile, con oggetti alla giusta altezza, riposti in appositi contenitori e facilmente riconoscibili. Se, ad esempio, invece di cestini aperti fossero presenti delle scatole con coperchio, sul lato visibile potrebbe essere posta un’immagine di ciò che vi è contenuto all’interno, in modo tale che il bambino non debba necessariamente cercare ogni volta gli oggetti. Uno specchio ad altezza bimbo, inoltre, potrebbe essere utile a fornire un’autovalutazione sull’efficacia delle pratiche di cura svolte dal piccolo.
In questa fase il genitore cambia nuovamente il proprio ruolo: se prima è stato protagonista (fase della dipendenza) e modello di riferimento (fase dell’interesse) ora c’è bisogno che svolga il ruolo di supervisore, osservando il bambino compiere le attività di cura e facendosi consigliere quando necessario, senza però sostituirsi a lui, se non in caso di reale necessità. A volte potrà essere sufficiente offrire un consiglio tecnico o guidare la procedura verbalmente, oppure posizionare adeguatamente un oggetto affinché il bambino lo possa usare correttamente.
In alcune azioni (asciugare i capelli, tagliare le unghie, legare i capelli) sarà ancora il genitore a dirigere il “gioco”, consapevole però del desiderio di passare la palla al bambino nel minor tempo possibile.
Fase dell’autonomia conquistata e da esercitare (3 - 6 anni)
Alla soglia dei 3 anni i bambini potrebbero essere autonomi in tutte le procedure di base legate alla cura personale, dal lavarsi fino a utilizzare il vasino e il bidet.
Per raggiungere queste competenze la predisposizione dell’ambiente può essere d’aiuto. Per esempio, all’interno del bagno potrebbero essere presenti dei promemoria grafici con le procedure necessarie da compiere nell’ordine corretto, come un pannello per il lavaggio delle mani o per fare la doccia, oppure un orologio della cura personale in modo da ricordare quando devono essere svolte alcune azioni. In questo caso sarebbe opportuno porlo a fianco di un orologio vero affinché il bambino possa controllare se la posizione delle lancette disegnate corrisponde a quella del quadrante.
L’ideale sarebbe osservare il bambino svolgere le azioni da una “distanza” sempre maggiore: l’intervento dell’adulto sarà quindi superfluo nella maggior parte delle volte e necessario solo in rari casi, per esempio quando il bambino è molto stanco, vuole una “coccola” o è arrabbiato.
Il genitore potrà allora dedicarsi in modo attivo all’educazione di altre competenze più complesse, come tagliare le unghie, asciugare i capelli (utilizzando un piccolo phon da viaggio, leggero e maneggevole) e pettinarli.