Mal d’auto, mal di mare e mal d’aereo, tutti disturbi che conosciamo bene e che i medici chiamano “cinetosi” (o chinetosi): i bambini ne soffrono spesso, tanto che a volte per le famiglie è complicato affrontare dei viaggi. Malessere, mal di testa, nausea e vomito sono i principali sintomi, spesso accompagnati da vertigini, sudorazione fredda e pallore. Ma qual è la causa e cosa si può fare per evitare di star male in viaggio?
Come funziona il nostro corpo?
Il nostro organismo si muove attivamente (quando camminiamo, saltiamo, nuotiamo, sciamo), e passivamente (quando veniamo trasportati in auto, in treno, in aereo) ed è dotato di un sensibilissimo “sistema informativo” capace di comunicare al cervello tutti i movimenti, sia attivi che passivi, delle varie parti del corpo.
I “sensori” di questo sistema sono gli occhi (che mandano immagini al cervello), le orecchie (che contengono l’organo dell’equilibrio, capace di segnalare la posizione del corpo nello spazio) e la sensibilità “propriocettiva” che ha sede dappertutto nell’organismo e ci consente di controllare movimenti e posizione di ogni singolo organo: se muoviamo un braccio, un dito o le palpebre, per esempio, il nostro cervello viene informato nei minimi dettagli e così, senza guardare, sappiamo se in un determinato momento abbiamo le gambe accavallate oppure appoggiate sul pavimento. Tutto ciò accade in ogni istante della nostra vita ed è così naturale che neppure ce ne rendiamo conto.
Una questione di input discordanti
I guai cominciano quando i vari sensori mandano al cervello segnali discordanti: se viaggiamo in macchina, magari su una strada un po’ sconnessa o piena di curve, il nostro corpo verrà sballottato di qua e di là, l’organo dell’equilibrio dall’orecchio e il sistema propriocettivo comunicheranno questi movimenti al cervello, mentre gli occhi, fissando lo schienale del sedile davanti a noi, segnaleranno una relativa immobilità. Ricevendo questi input discordanti, il cervello va in tilt e si comincia a star male: malessere, nausea e a volte vomito. Non tutti siamo così sensibili, ma i bambini lo sono molto spesso più degli adulti.
Farmaci…
Ci sono dei farmaci contro le cinetosi, somministrati sotto forma di compresse, gomme da masticare, cerotti, braccialetti: i più adoperati sono gli antistaminici che agiscono contro nausea e vomito e inducono il sonno. Dormire durante il viaggio, infatti, è il modo migliore per combattere la chinetosi. Alcuni di questi farmaci si possono usare anche nei bambini – vanno dati poco prima della partenza o alla comparsa dei primi sintomi – ma è sempre meglio consultare il proprio pediatra prima di assumerne uno.
… e comportamenti efficaci
Ci sono poi dei semplici “trucchi” da mettere in atto per viaggiare senza far soffrire di chinetosi i bambini. Il primo, che certamente molti avranno adoperato, è partire in un orario in cui di solito i bambini dormono, approfittando anche dell’effetto soporifero derivante dall’essere “cullati” nel seggiolino di un’automobile. Se questo non è possibile, è consigliabile dare al bambino un pasto solido prima della partenza: il cibo solido è più “stabile” nello stomaco, mentre i liquidi (soprattutto il latte) rischiano più facilmente di essere vomitati.
È meglio viaggiare vicino al finestrino, fissando lo sguardo lontano, verso il panorama e l’orizzonte, ed è inoltre buona regola fermarsi spesso per prendere aria e sgranchirsi le gambe. È meglio evitare gli odori forti (come quelli di fumo e benzina), l’affollamento e il caldo anche quando ci si ferma per una sosta, accertandosi che l’ambiente abbia un buon ricambio d’aria (in viaggio si può lasciare il finestrino dell’auto o del treno leggermente aperto, oppure fare una passeggiata sul ponte della nave). Anche una guida equilibrata, senza accelerazioni o decelerazioni brusche, specialmente in curva, può essere d’aiuto.
Se si viaggia in nave, conviene scegliere un posto al centro dell’imbarcazione, in alto, all’aria aperta o vicino a un finestrino che consenta di guardare lontano. Anche in aereo può essere di aiuto sedere al centro del velivolo e guardare le nuvole.
Durante il viaggio (soprattutto in automobile) conviene mettere in mano ai bambini qualcosa da sgranocchiare (pop-corn, cracker, patatine, biscotti): li distrarrà e il loro stomaco resterà più “fermo”.
Si possono poi raccontare delle storie, che catturano l’attenzione dei bambini e li inducono a non pensare al viaggio; lo stesso effetto si ottiene cantando in coro o facendo dei giochi di parole: ce n’è un’infinità (nomi, cose, città; indovinelli, scioglilingua…) e alcuni si possono inventare lì per lì (contare i camion che si sorpassano, fare a gara a chi avvista prima il campanile della città a cui ci si sta avvicinando e così via).
C’è anche la possibilità di intrattenere i bambini mostrando loro un film sul tablet o sullo smartphone: attenzione, però, in alcuni casi fissare lo sguardo su un oggetto che sta fermo (lo schermo) mentre il corpo viene sballottato in su e in giù può addirittura peggiorare la situazione.